|
|
| Se non sai cosa desiderare, desidera il vuoto, almeno se ti ci perdi sai di non aver trovato la cosa sbagliata. AltiasYnyr Geller 11 anni, Serpeverde. Non l'avrei mai ammesso, ma quell'uomo mi metteva una certa ansia. Era alto, molto alto, anche più della zia, e la cosa non era da tutti. Poi era grosso, non grasso, solo grosso, poteva esser scambiato con molta calma con un orso e in effetti la barba e i capelli incolti non aiutavano ad evitarlo! Sapevo il suo nome, sapevo la sua fama, crescendo in quel mondo, cosi rumoroso e crudele come non conoscere il nome sussurrato dalle bocche di tutti? Lui era un assassino, uno di quelli cattivi che non si sarebbe fermato neanche davanti ad un bambino, un bambino come me. E forse era proprio per quello che Narcissa si era messa fra me e lui. Quel discorso cominciava a diventare pesante ed intenso. L'ennesimo a parlare della gravità di quell'anno ad Hogwarts, ma lui al contrario di tutti mi diceva di attaccare. Attaccare? Non era una buona soluzione almeno così diceva mamma... però io l'avrei potuto fare. Ero al primo anno ma avevo dalla mia parte la conoscenza, e non per vantarmi ne avevo parecchia, avevo passato tutti quegli anni a studiare sui libri di mamma, e anche su alcuni libri non propriamente convenzionali uno dei quali mi era stato segretamente regalato proprio da quell'uomo. Posso difendermi senza dover nominarla signore... un altro che sapeva chi era mio padre, allora ero proprio io l'unico allocco a non saperlo! Comunque ora lo sapevo anche io e non sarei mai stato di peso a quell'uomo. Volevo essere ai suoi occhi il migliore e per farlo non avrei chiesto aiuto a nessuno! Zia si frappose ancora di più e nominò quel nome, ed era davvero li. Camminava lentamente per il cortile dirigendosi dritto al portone della grande villa, i suoi occhi erano fermi e concentrati e la nostra presenza lontana non lo scalfiva di un minimo. Ammetto che il cuore perse un colpo, lo vedevo con occhi diversi, con gli occhi di conosce un segreto inviolabile, gli occhi di un figlio che aveva trovato finalmente suo padre e che non poteva che esser fiero del proprio sangue.
C'è chi dice che i folli sono i migliori. Io dico che i pazzi invece sono i peggiori e per mia fortuna io ne faccio parte! Antonin Dolohov 50 anni,Mangiamorte Azkaban è stata una piccola vacanza dai miei impegni, vediamola così un soggiorno con tante belle gnocche che volevano sbaciucchiarmi tutti i giorni, ma lo sai sono un uomo difficile ho lasciato tutti i dissennatori a bocca asciutta. risi sadico all'idea di quei piccoli bastardi succhia vita, e alla fine che avevano fatto, sotto il nostro comando ora! Il ragazzino aveva coraggio, un coraggio sfrontato, nessuno gli aveva insegnato a non parlare ad un assassino? No ma ovvio con la sua cara mammina forse gli aveva più insegnato a mettersi in ginocchio. Tua madre ti avrebbe dovuto insegnare a chiudere la bocca piccolo bastardino... ma da una che la apre ad ogni bacchetta sguainata che ci si poteva aspettare. La mano premeva sulla cinta dove tenevo la bacchetta. O caro Dolohov, mio odiato padre, mi aveva insegnato ad aprire bocca solo per urlare sotto la maledizione cruciatus, che poi i suoi metodi non funzionarono per niente ero rimasto un gran chiacchierone! Si unisce il pipistrellone alla riunione? tanto meglio.
|
| |